L’8 e il 9 giugno 2025 i cittadini saranno chiamati a votare per 5 referendum.
La Corte Costituzionale ha ritenuto ammissibili il referendum sulla cittadinanza e 4 referendum promossi dalla CGIL, mentre ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata, pur essendosi già espressa sulla necessità di apportare delle modifiche alla “legge Calderoli” al fine di rispettare la Costituzione.
I 5 referendum per cui votare sono quindi:
Referendum sulla cittadinanza italiana
Più integrazione con la cittadinanza italiana | |
Referendum abrogativo che punta a ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter fare domanda di cittadinanza italiana, che una volta ottenuta sarebbe trasmessa ai figli e alle figlie minorenni. Questa modifica costituisce una conquista decisiva per circa 2 milioni e 500mila cittadine e cittadini di origine straniera che nel nostro Paese nascono, crescono, abitano, studiano e lavorano. Si tratta di un allineamento con altri paesi europei come Francia e Germania, dove sono già sufficienti cinque anni di residenza. |
Quattro referendum sul lavoro:
1. Stop ai licenziamenti illegittimi | |
Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Sono oltre 3 milioni e 500mila ad oggi e aumenteranno nei prossimi anni le lavoratrici e i lavoratori penalizzati da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui la/il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto. Abroghiamo questa norma, diamo uno stop ai licenziamenti privi di giusta causa o giustificato motivo. |
i 2. Più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole impreseiii |
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Nelle imprese con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi una lavoratrice o un lavoratore può al massimo ottenere 6 mensilità di risarcimento, anche qualora una/un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Questa è una condizione che tiene le/i dipendenti delle piccole imprese (circa 3 milioni e 700mila) in uno stato di forte soggezione rispetto alla/al titolare. Si richiede quindi di abrogare questo limite, dando la possibilità di aumentare l’indennizzo sulla base della capacità economica dell’azienda, dei carichi familiari e dell’età della lavoratrice e del lavoratore. |
3. Riduzione del lavoro precario | |
In Italia circa 2 milioni e 300 mila persone hanno contratti di lavoro a tempo determinato. I rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo. Al fine di rendere il lavoro più stabile, si punta a ripristinare l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato. |
4. Più sicurezza sul lavoro | |
Arrivano fino a 500mila, in Italia, le denunce annuali di infortunio sul lavoro. Quasi 1000 i morti. Occorre modificare le norme attuali, che impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante e cambiare le leggi che favoriscono il ricorso ad appaltatori privi di solidità finanziaria, spesso non in regola con le norme antinfortunistiche. Abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente significa garantire maggiore sicurezza sul lavoro. |
La democrazia si difende praticandola, esercitando il proprio diritto al voto: andiamo tutti a votare 5 sì, è per tutti noi.