FORMAZIONE: Appunti di viaggio n. 3
Riconoscere il valore delle esperienze pregresse
In ogni percorso professionale ci sono saperi, abilità e competenze che non nascono necessariamente da un’aula o da un attestato. Molto spesso, la vera ricchezza di un lavoratore è custodita nelle esperienze vissute “sul campo”: nelle mansioni svolte, nei problemi risolti, nelle responsabilità assunte giorno dopo giorno.
Il tema della validazione delle competenze parte proprio da qui: dalla consapevolezza che ciò che impariamo operando concretamente ha un valore che merita di essere riconosciuto. Non è solo una questione di curriculum, ma di dignità professionale.
La formazione, in questo senso, non è solo trasmissione di conoscenze nuove, ma anche uno strumento di valorizzazione. È ciò che permette di dare forma a competenze spesso non formalizzate, trasformandole in un patrimonio riconoscibile, spendibile e certificato.
Perché è così importante?
- Per il lavoratore: significa vedere riconosciuti impegno, capacità e crescita personale.
- Per l’azienda: vuol dire avere persone più consapevoli delle proprie competenze, più motivate e meglio inserite nei processi organizzativi.
- Per la società: è un passo verso un mercato del lavoro più equo e attento al merito reale.
Come formatori, il nostro ruolo è accompagnare le persone in questo percorso: aiutare a far emergere ciò che già sanno fare, integrare dove serve, e restituire a ciascuno la certezza che il proprio vissuto professionale ha valore.
In fondo, formare non significa solo insegnare: significa anche riconoscere e dare nome a ciò che già esiste.
E voi, cosa ne pensate? Avete vissuto esperienze in cui le vostre competenze sono state finalmente riconosciute, oppure vi siete trovati nella situazione opposta?