Imparare facendo: teoria e pratica insieme
Ognuno di noi lo ha sperimentato: leggere un manuale o seguire una lezione è utile, ma non basta. È quando proviamo a mettere in pratica ciò che abbiamo appreso che il sapere diventa davvero nostro. Questo è il cuore dell’apprendimento esperienziale, un approccio che unisce teoria e pratica e che rende la formazione più viva, coinvolgente e duratura.
Pensiamo a quando impariamo a guidare: conoscere le regole del codice della strada è fondamentale, ma senza la pratica al volante non diventeremo mai guidatori sicuri. Lo stesso vale per il lavoro: sapere come condurre una riunione è diverso dal farlo davvero, affrontando imprevisti, gestendo il tempo e trovando soluzioni insieme agli altri.
Negli anni ’80 David Kolb descrisse l’apprendimento come un ciclo fatto di esperienza, riflessione, concettualizzazione e nuova sperimentazione. In altre parole, si impara vivendo una situazione, ragionando su ciò che è accaduto, trasformando l’esperienza in idee più generali e poi provando di nuovo. Già prima Kurt Lewin aveva sottolineato come il gruppo fosse un laboratorio naturale, dove le persone crescono attraverso l’interazione e la partecipazione attiva.
Anche le neuroscienze hanno confermato che non si impara solo con la mente razionale, ma anche attraverso emozioni e motivazione. Quando un contenuto è legato a un’esperienza concreta ed emotivamente significativa, il cervello lo fissa meglio nella memoria e aumenta la disponibilità a usarlo nella pratica.
Tradurre questi principi nella formazione significa costruire percorsi che non siano solo spiegazioni frontali, ma spazi di sperimentazione. Le simulazioni permettono di misurarsi con scenari realistici, come la gestione di un conflitto o la presa di decisioni rapide. I project work danno la possibilità di lavorare su progetti concreti, mettendo in pratica quanto appreso e creando risultati utili anche all’organizzazione. Il role playing offre invece l’occasione di mettersi nei panni di qualcun altro, sviluppando empatia e affinando le competenze comunicative. A queste metodologie si possono affiancare laboratori pratici, analisi di casi reali o esercitazioni sul campo, che rendono l’apprendimento ancora più concreto e stimolante.
Questi approcci funzionano perché rispettano il modo in cui gli adulti apprendono. Ciò che si impara deve essere percepito come utile e immediatamente applicabile. Quando la formazione diventa esperienza, le persone si sentono più coinvolte, rafforzano la fiducia nelle proprie capacità e affrontano con maggiore sicurezza anche le sfide nuove. Allo stesso tempo, il gruppo cresce: lavorare insieme in attività pratiche favorisce la collaborazione, stimola la fiducia reciproca e crea un clima positivo.
I benefici non si fermano qui. Per i singoli, significa avere strumenti concreti da usare subito, aumentare la propria autonomia e sviluppare nuove competenze trasversali. Per i gruppi, significa migliorare la comunicazione, la capacità di risolvere problemi insieme e il senso di appartenenza. Per le organizzazioni, significa poter contare su persone più motivate, flessibili e pronte ad affrontare il cambiamento con spirito costruttivo.
In conclusione, “imparare facendo” non è uno slogan ma una vera e propria filosofia dell’apprendimento. Significa trasformare la conoscenza in competenza e la competenza in valore. È un approccio che rende la formazione più concreta, utile e trasformativa, e che apre la strada a un futuro in cui crescere e lavorare non saranno più attività separate, ma parti di un unico percorso. Una prospettiva che merita di essere discussa, condivisa e portata avanti insieme.


